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giovedì 13 ottobre 2011

Stress lavoro correlato: INAIL a sostegno di imprese e lavoratori




Stress lavoro correlato: INAIL a sostegno di imprese e lavoratori

congresso all'Inail13 ottobre 2011. Nel congresso presso la sede di piazzale Pastore, a Roma, i vertici dell'Istituto hanno evidenziato il ruolo strategico dell'Ente nelle azioni di prevenzione legate a questa tipologia di rischio - dalla ricerca allo sviluppo di metodologie operative - ulteriormente potenziato con la nascita del Polo della salute e sicurezza
ROMA - La valutazione dei rischi da stress lavoro-correlato come ambito che vede l'INAIL adempiere, in modo pieno e autorevole, al suo ruolo di Polo della salute e sicurezza sul lavoro e, dunque, soggetto capace di fornire esperienze e strumenti operativi in grado di 'adattare' i principi generali ispiratori della normativa - a partire dall'Accordo europeo dell'8 ottobre 2004, successivamente 'raccolto' dal dlgs 81/2008 (articolo 28, comma 1) - a una realtà economica peculiare come quella italiana, quasi esclusivamente composta da micro e piccole aziende. Questo - secondo il presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori - il motivo di grande interesse che ha caratterizzato il convegno "Strumenti per la gestione e l'implementazione della valutazione dello stress lavoro correlato", tenuto ieri, a Roma, presso la sede centrale dell'Istituto, a piazzale Pastore.
Sartori: "Il nostro lavoro a supporto delle Istituzioni". "Si tratta di un ambito che, a mio giudizio, oltre a rappresentare un esempio concreto delle grandi potenzialità sinergiche messe in moto dall'incorporazione dell'ex Ispesl e dell'ex Ipsema, ha un eccezionale valore sia scientifico che tecnico", ha valutato Sartori. "Un ambito che vede l'INAIL 'in prima linea' nello sviluppo di strategie di prevenzione in una materia, per molti aspetti, ancora 'esposta' in principi generali e la cui applicazione, tuttavia - in un processo a cascata che parte dalla politica e dalle Istituzioni - dovrà alla fine coinvolgere l'intero tessuto produttivo del paese: quello che, con molta correttezza, è stato definito 'una potenza mondiale micro-frazionata' di oltre sei milioni di imprese dai 15 dipendenti in media". E' in questo scenario che l'Istituto - proprio in virtù del suo essere adesso Polo della salute e sicurezza - potrà, attraverso i percorsi già intrapresi e quelli futuri, realizzare metodologie in grado di aiutare i ministeri competenti e il legislatore nella futura emanazione di specifici provvedimenti a favore dei lavoratori, dei datori di lavoro e di tutta la società civile.
Dal 2008 prodotte delle linee di indirizzo interne. E' stato il responsabile della direzione centrale Prevenzione dell'INAIL, Flaminio Galli, a illustrare i tre principali profili di interesse che caratterizzano le strategie d'intervento dell'Istituto, il primo dei quali di valenza strettamente 'interna'. "L'INAIL è composto da circa 10mila dipendenti e - come qualsiasi altra amministrazione pubblica o privata - ha dovuto adeguarsi alla normativa, rivedendo il proprio documento di valutazione dei rischi e adeguandolo", ha affermato Galli. "Già a partire dal 2008/2009 è stato costituito un gruppo di lavoro 'ad hoc' - costituito da professionisti della Contarp, della Sovraintendenza medica e altri, oggi diventati esperti della materia ed essenziale punto di riferimento - che, come richiesto dal dlgs 81/2008, ha elaborato le linee di indirizzo per la valutazione dei rischi, mettendole a disposizione di tutte le nostre unità produttive". Nel novembre 2010 la Commissione consultiva permanente ha proceduto alla pubblicazione delle indicazioni inerenti la valutazione dello stress lavoro-correlato, trovando, dunque, l'Istituto già 'preparato' e adempiente. "E' stato proposto all'interno dell'INAIL un aggiornamento ai responsabili in sicurezza e prevenzione, integrando il loro percorso formativo mediante una sezione dedicata", ha continuato Galli. "Tutto questo, ovviamente, oltre a impegnare l'intera organizzazione ci ha dato la dimensione dello sforzo che un'azienda deve svolgere se vuole affrontare tale tema seriamente".
Galli: "Giocare un ruolo centrale nel dibattito culturale in corso". Altro motivo di rilievo è l'interesse legato al dibattito culturale oggi in corso, "soprattutto rispetto ai profili di medicina legale e quelli conseguenti legati al contenzioso che necessariamente si verrà a creare", ha sottolineato Galli. "Profili che ci vedranno coinvolti, vista la natura 'assicurativa' del nostro Istituto". Se, infatti, la Commissione consultiva ha affrontato il tema a livello di linee guida, restano aspetti di natura molto pratica da affrontare, in un dibattito "aperto con tutte le parti coinvolte": dalle professionalità interessate nella valutazione dello stress (tema connesso al problema della composizione del 'team di lavoro') alla necessità di procedere a una valutazione secondo i cosiddetti 'gruppi omogenei' (realtà che comporta la necessità di trovare un compromesso comune riguardo la loro stessa ampiezza); dall'approccio metodologico - riassumibile nella domanda 'brutale': come valutare lo stress? - all'eventualità di definire gli indicatori di contenuto e di contesto. Altre criticità sono quelle attinenti il bisogno di 'andare oltre' le indicazioni metodologiche definite dalla Commissione consultiva e, infine, la gestione dei singoli casi che, nella stretta ottemperanza alle indicazioni oggi disponibili, potrebbero essere facilmente persi. "Anche nella trattazione di questi temi pratici l'INAIL vuole giocare un ruolo centrale", ha dichiarato Galli, "mettendo a disposizione il lavoro fatto al proprio interno e le professionalità di cui dispone".
Il 'prototipo' per le pmi dell'ex Ispesl: un esempio virtuoso da ottimizzare ed 'esportare'. Infine, il terzo ambito di interesse è strettamente legato all'attività di consulenza e di assistenza che l'INAIL è chiamato dal legislatore a svolgere in favore delle aziende, con particolare riferimento alle piccole e microimprese: un obiettivo che comporta l'impegno a sviluppare nuovi approcci e prodotti che risultino semplici e facilmente utilizzabili. "La ricerca proposta dal dipartimento di Medicina del lavoro dell'ex Ispesl ci consegna il 'prototipo' di uno strumento ampiamente studiato e testato, e risponde proprio a questa esigenza istituzionale", ha concluso Galli. "Ovviamente questo prototipo sarà aperto ai contributi di tutti i professionisti interni all'Istituto che si sono occupati finora del tema, e questo sarà fondamentale per ottimizzarne gli indici di 'trasferibilità' e dare, al contempo, un esempio virtuoso di integrazione dell'attività di ricerca che è propria del personale dell'ex Ispesl nelle attività dell'INAIL".
Lotito: "Necessario un riconoscimento nelle politiche sanitarie". "A ribadire l'impegno dell'INAIL in tal senso sono stati anche il presidente del Civ INAIL, Franco Lotito, e il direttore generale, Giuseppe Lucibello. "Il nostro Istituto è chiamato a occuparsi di queste problematiche con grande attenzione, e ciò anche al di là di quelle leggi e di quelle direttive comunitarie che pure rappresentano un punto di riferimento essenziale", ha sostenuto Lotito. "A motivare la nostra azione deve essere la considerazione di quanto i profili di rischio legati allo stress lavoro-correlato stiano diventando una realtà dalla sempre maggiore evidenza, in particolare alla luce di un mondo del lavoro che oggi tende sempre più a smaterializzarsi. Si tratta, dunque, di un aspetto insidioso e in grado di minare realmente l'equilibrio psico-fisico delle persone e, di conseguenza, l'INAIL non può che manifestare una forte sensibilità nei confronti di tali correlazioni, non solo in sede scientifica ma anche strettamente operativa". Lotito ha, dunque, posto l'accento sulla necessità che le politiche sanitarie dell'Istituto arrivino presto a includere nel loro spettro d'azione anche il rischio da stress. "Si tratta di una connessione per molti aspetti già adesso indispensabile e d'ora in poi su questo punto il Civ sarà estremamente sollecito: dalla promozione della ricerca legata all'ex Ispesl alla sinergia con le competenze medico sanitarie dell'INAIL, nel rispetto di una collaborazione che darà certamente risultati importanti".
Lucibello: INAIL al servizio della tutela globale dei lavoratori. "Come riportato anche nel Report della Commissione europea del febbraio 2011 sullo stato di implementazione dell'Accordo sullo stress nei singoli Paesi Ue, l'Italia non è di certo tra i fanalini di coda, in quanto il breve ritardo nel recepimento è stato colmato dal suo inserimento in una norma quale il dlgs 81/08", ha ricordato Lucibello, evidenziando come lo stesso Report riconosca "l'impegno, nel tempo, su questo tema sia dell'ex Ispesl che dell'INAIL". Riallacciandosi allo "spirito delle indicazioni della Commissione consultiva permanente", Lucibello ha valutato come "la proposta metodologica, iniziata in Ispesl e conclusa in INAIL, di un gruppo di lavoro multidisciplinare del dipartimento Medicina del lavoro, riesca bene a coniugare la rigorosità scientifica del percorso metodologico alla necessità di coinvolgimento delle figure della prevenzione". Uno strumento operativo che - com'è vocazione intrinseca della ricerca - diventa comunque 'scenario' di nuovi obiettivi da raggiungere: un aspetto - ha ribadito anche il direttore generale - dove le sinergie proprie del Polo della salute e sicurezza potranno giocare un ruolo strategico. "Sono fiducioso che la collaborazione attiva tra le specifiche e diverse competenze delle varie strutture dell'Istituto - quali la direzione centrale Prevenzione e la Sovraintendenza medica generale - permetta di raggiungere su tale tematica, anche a breve, risultati tangibili", ha concluso Lucibello, "soprattutto ai fini dell'ottimizzazione della tutela globale dei lavoratori".

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